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MARIANNA CENDRON: 8 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA


TREVISO – Marianna Cendron è scomparsa il 27 febbraio del 2013 da Castelfranco Veneto.

Non ha avuto un’infanzia facile Marianna; insieme a suo fratello, era stata a lungo in un orfanotrofio in Bulgaria, in cui venivano spesso deprivati anche di un semplice pasto.
Ma i coniugi Cendron, avevano adottato e cresciuto i due fratellini nella loro casa in provincia di Treviso.

Nel periodo della sua scomparsa, Marianna lavorava come assistente nella cucina di un Golf club a Castel Veneto, non lontano dalla struttura in cui viveva Michele, il suo fidanzatino dell’epoca, studente dell’alberghiero e a volte Marianna si fermava a dormire da lui nel convitto in cui lui alloggiava.

Ma da circa un mese, nella sua vita si era affacciata una figura ambigua: un 45enne, vicino di casa, a cui per mesi i Cendron avevano proibito di avvicinare la figlia, ma che era col tempo riuscito a catalizzare le attenzioni della ragazza, che viveva un periodo di fragilità emotiva, tanto da spingerla a lasciare la casa dei genitori per trasferirsi a vivere da lui.

Marianna viveva come oppressive le attenzioni dei suoi genitori, preoccupati per una forma di bulimia di cui soffriva da un pò e per la quale la spingevano a seguire una terapia; cure a cui Marianna non voleva sottoporsi.
Forse anche per questo aveva deciso di lasciare la propria casa per andare a vivere con quell’uomo strano.

Solitamente la mattina Marianna percorreva metà strada in bicicletta e la restante metà in autobus, per raggiungere il posto di lavoro e così fece anche la mattina del 27 febbraio, giorno della sua scomparsa.

Quel giorno, durante l’orario di lavoro, aveva ricevuto una telefonata di Renzo al numero fisso del ristorante.
La sera poi aveva appuntamento con il fidanzato Michele, con cui avrebbe dovuto trascorrere la notte.

Alle 18,30, finito il suo turno di lavoro, aveva dunque lasciato degli appunti al suo datore di lavoro, firmando il biglietto con “a domani”, lasciando intendere così la sua piena volontà di presentarsi al lavoro il giorno successivo.

Nell’appartamento in cui Marianna viveva, la ragazza aveva lasciato tutti i suoi documenti (carta di identità, tessera sanitaria e tessera elettorale) e pochi euro.

Marianna scompare insieme alla sua amata bicicletta bianca, nel tragitto che la separa da Castelfranco Veneto alla casa in cui abitava.

Quella sera non è mai andata all’appuntamento con il fidanzato Michele, che invece di chiamare Marianna o i genitori, stranamente telefona al 45enne che viveva con lei.

La notte in cui si perdono le sue tracce, tra mezzanotte e le due, uno dei due telefonini di Marianna aggancia una cella di via Carpani, nel parcheggio del centro commerciale “I Giardini del Sole” di Castelfranco Veneto.

Nè il fidanzato Michele, né il “convivente” di Marianna dicono di aver avuto notizie della ragazza dal pomeriggio o di essere a conoscenza di un secondo cellulare in suo possesso.

Vengono interrogati, ma mai indagati per la scomparsa.

Che fine ha fatto Marianna insieme alla sua bicicletta?

I suoi genitori se lo domandano ancora e in occasione dell’ottavo anno di ricerche per la sua scomparsa, lanciano un nuovo appello a chi può sapere qualcosa, o alla stessa Marianna.

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